giovedì 26 gennaio 2012

Il KA o Corpo Astrale - Il Guerriero Invisibile


Ho voluto riscrivere questo testo sul Ka perché quello vecchio era oramai troppo striminzito (l'avevo scritto nel 2009). Grazie a nuove comprensioni, nuovi approcci, nuovi insegnamenti questo post sul Ka, così familiare, prende improvvisamente tutt'altra piega, più "regale", più divina.
Un Ka rapidamente ridotto, dall'infestazione rettiliana, in "corpo del desiderio".

Il desiderio è tutto. Il desiderio è TUTTO. Il desiderio è l'EGO, il desiderio è il motore dell'azione.
È quel desiderio profondo di progresso, di pace, di amore, di comprensione, di apprendimento che conduce l'umanità verso Enki. Perché questo desiderio proviene da LUI. Eredità sacra. Geni benedetti.
Il DESIDERIO. Non solamente quello del corpo, dell'amore, dell'atto sessuale, ugualmente ricco ed onorevole, ma anche e soprattutto quello del cuore, quello dello spirito.
Il desiderio di vivere ad ogni prezzo, di ostinarsi a salire per queste montagne ruvide e scivolose, di continuare le proprie meditazioni anche quando non danno frutti, il desiderio di parlare alla propria guida, di incontrare Enki. Tutto è desiderio.
Anche mangiare, bere, dormire.
Quale volontà di distruzione, l'ennesima, spingeva l'immobile Budda ed il suo sorriso beota a trasmettere il suo insegnamento mummificato, contro-natura, mortifero, sfaccendato e assassino?
Non desiderare niente non è già questo un desiderio?
Non fae nulla quando il pianeta cade a pezzi, continuare le proprie beate meditazioni ad Anu, con le gambe incrociate in loto, non è questo un'inquietante sentore di patologia mentale?  Perché Budda, come Gesù, Geova, Allah e tutto il resto, sono delle forme-pensiero programmate per distruggere fino alla più infima fibra di Enki in noi.
Ma Anu ha sottovalutato suo figlio, l'ha creduto vinto, perso, annientato. Enki si è battuto, ha vinto e si prepara a riprendere la Terra.
Quale "motore" porta Enki? L'amore? Certamente, ma un amore passivo sarebbe un amore morto.
Che cosa allora? L'orgoglio? Certamente, ma un orgoglio passivo sarebbe fetida vanità.
Che cosa allora? La responsabilità? Certamente, ma una responsabilità portata come un fardello sarebbe una misera bara.
Allora che cosa?
Il DE-SIDERIO.
Il desiderio di Verità, il desiderio di Giustizia, il desiderio di Libertà, il desiderio di amare, di superarsi, di agire, in una parola, il Desiderio DI ESSERE ciò che ENKI è già:  UN GRANDE DIO PRIMORDIALE, DEGNO DEI SUOI VALORI PIÙ PROFONDI, DEI SUOI ATTI PIÙ NOBILI.

Ecco perché il corpo astrale (il KA) deve essere studiato del punto di vista Enkista con la più estrema minuziosità. Rivediamo prima, e molto brevemente, il nostro corpo astrale dal punto di vista dell' "Antico Egitto".


IL KA
La posizione del Ka, mani-ricettacoli rivolte verso il cielo, chiama l'energia celeste ed i suoi poteri di rigenerazione. Rievoca così, al lettore attento, la runa URUZ e le sue immense capacità di risurrezione.
Il Ka "si legge" anche orizzontalmente e diventa allora queste braccia che baciano, proteggono e diffondono un'energia vitale costante. Nell'immagine qui sotto, scolpita su una colonna rinvenuta nel "Cortile del Nascondiglio" del tempio di Amon a Karnak (Amon-Râ), vediamo il grande dio Ptah abbracciare Senusert I.

Un Ka scarsamente scolpito o dipinto sugli affreschi, perché troppo legato all'intimità dell'essere. Non era rappresentato del resto che il Ka dei re. Come quello del re Hor Autibra (XIII dinastia) estremamente conosciuto.
 
 Il Ka è lo scudo del corpo fisico e si compenetra con il corpo eterico, primo "airbag" del corpo, al punto tale che si parla spesso di corpo "eterico-astrale".
A questo punto cruciale della spiegazione la realtà del corpo astrale, il suo scopo, la sua motivazione millenaria, ci appare chiaramente.
Senza un corpo astrale solido, l'anima non può niente e diventa una preda facile.
Parimenti, che cosa potrebbe fare un corpo fisico senza pelle per trattenere gli organi, fermare i batteri, proteggersi delle intemperie?
Perciò bisogna specificare che il Ka è lo scudo diretto dell'anima di cui il corpo fisico è il prolungamento.
Questo ci porta alla seguente conclusione, punto di partenza di un'incredibile riflessione:  il corpo astrale è una realtà autonoma della nostra anatomia occulta. Intelligente, forte, agisce di-per-sé al di là del cervello, di ogni stimolo, lascia il corpo fisico e parte... in viaggio nella 4 dimensione!

Ma non vi spaventate. È trattenuto al nostro corpo fisico da una corda, che si chiama corda d'argento o filo d'argento, fino all'eventuale morte di questo. Una corda, peraltro, di ben'altri colori che d'argento.
Probabilmente un giorno leggerete su questo blog, se non è già stato fatto, che l'aura, una volta pulita, programmata, potenziata, agisce da sola per proteggerci. Può spostarsi, scindersi, in un'istante, ed agire contro l'aggressore visibile o invisibile, senza avere il tempo di capire cosa sta succedendo. Ciò che si scinde e "regola i conti" con l'intruso ha per nome... corpo astrale!

È a ciò che bisogna tendere.
Dei corpi tutti uniti verso uno stesso scopo: Kundalini e Magnum Opus.
Dei corpi tutti uniti verso un stesso scopo: non accettare nessuno attacco come giusto o giustificato.

Il corpo astrale è questo guerriero che agisce alla velocità luce, è quello che prende il posto delle nostre guide. Le nostre guide rimangono sempre con noi, diventano del resto molto rapidamente i nostri più meravigliosi e fedeli amici, ma non hanno più bisogno di intervenire nel nostro quotidiano per assicurare la nostra protezione, almeno non frequentemente. Semplicemente perché, progredendo a grandi passi per il nostro cammino, ecco che il nostro corpo astrale acquista sufficientemente potere per proteggersi da solo contro gli attacchi "ricorrenti". Per la nostra soddisfazione, la nostra fiducia in noi stessi e la nostra fierezza.

La protezione contro gli attacchi violenti dei nemici proviene sempre dalle nostre Guide. Pensiamo a ringraziarle regolarmente per tutto ciò che fanno per noi.

Addentriamoci per un'istante nel mondo invisibile.
Che cosa accade a questo corpo astrale, nel suo mondo, il mondo astrale?
Come comunica con l'anima?
Ed infine, qual'è il suo ruolo principale?
L'anima ha bisogno di caldo. L'anima si nutre di fuoco.
Non esiste anima, nella nostra galassia, che si nutra di acqua, di aria, di etere ed ignora il FUOCO.
Il FUOCO è la Vita. Il FUOCO è la SUA vita.
Pensate al sole e capirete immediatamente l'importanza che questo fuoco riveste per noi, per l'anima. Immagina se il nostro sole fosse morto. Niente sopravvivrebbe alla sua scomparsa. La morte sarebbe l'unica uscita. O l'evacuazione massiccia del sistema solare!

Se volete progredire velocemente su questa strada già di-per-sè ardua: bisogna assolutamente mantenere il corpo astrale a temperatura elevata.  

Non dico che bisogna "carbonizzarlo" tutti i giorni, ma lavorare appena ci è possibile con il fuoco.
Come abbiamo cominciato a fare, nella meditazione sull'aura.
Lo so: molti staranno tremando, imprecando, gridando e gesticolando, chiamandomi pazzo, come un criminale... lo so.
Ma so anche ciò che dico, ciò che scrivo e ciò che vivo.
L'anima ha bisogno di fuoco, bisogna darglielo, punto. E' questione di buonsenso.
Sapendo tutto quello che sapete sul vostro Serpente-Kundalini, lo nutrireste di acqua salata? Di venti violenti? Di terra?

Il Serpente ha bisogno di fuoco. Ha bisogno di tutti gli elementi, certo, ma principalmente di fuoco. Perché il Fuoco è la sua base naturale.
Parimenti per l'anima. Perché? Perché l'anima e il Serpente, SONO LA STESSA COSA!!!
ENKI IN NOI.
Tenere sempre questo a mente:

• L'AURA È IL SERBATOIO DELLA LUCE DELL'ANIMA.
• DUNQUE NELL'AURA RISIEDE IL POTERE DELL'ANIMA.
• IL CORPO ASTRALE È IL GUERRIERO DELL'ANIMA.
• LA KUNDALINI E' L'ENERGIA DELL'ANIMA.
• LA KUNDALINI E' IL FUOCO DELL'ANIMA.
• IL FUOCO È LA FORZA DELLA VITA.
• IL SERPENTE SACRO È IL CUORE DELL'ANIMA.
• IL SERPENTE E L'ANIMA UNIFICATI APRONO ALLORA LA STRADA VERSO L'IMMORTALITÀ.

Bisogna nutrire il corpo astrale dunque. Tutti i corpi, ma questo particolarmente.
È il combattente invisibile ma indispensabile, cavaliere dell'anima.
Un corpo astrale potente assicura un'aura propria, solida ed efficace.

Il corpo astrale è come unincubatrice che mantiene tutta l'energia dell'anima alla giusta temperatura.
PIÙ L'ANIMA RICEVE CALORE, PIÙ PROGREDISCE VELOCEMENTE.

I corpi sottili sono i differenti strati (livelli di coscienza) dell'anima. I corpi fisici sono il suo tempio e veicolo.
Quindi, tutto è UNO in noi. Siamo una globalità.
Insisto su questo punto:  l'unicità sulla quale insistono tanto i seguaci della New Age, nei libri cosìddetti rivelati, non si riferisce ad un dio unico, onnipotente ed onnisciente, ma ALLA NOSTRA UNIFICAZIONE PERSONALE.
Essere UNO con la propria anima, questo è essere un Dio. Perché nell'anima vive l'emozione, il sentimento, l'intelligenza, la luce... tutti i nostri corpi sottili sono i suoi corpi, i corpi dell'anima.
Ecco perché non serve a niente correre come un coniglio nel cammino spirituale Enkista.
Presto o tardi, sarete recuperati dalle vostre lacune, le vostre mancanze, le vostre precipitazioni.
Avanzate ad un buon ritmo ma non trascurate qualche chakra o qualche corpo. Tutti devono essere aperti, liberati, puliti, ascoltati, sentiti e soprattutto PROVATI.

Adesso che state integrando a poco a poco tutti questi punti così essenziali, praticate la respirazione del fuoco, il Kapalabati, parecchie volte nel corso della giornata, ogni momento, quando siete soli, nell'automobile o a casa vostra, poco importa. Questo libererà il vostro III chakra ingombrato in tutti gli Uomini, le energie basse e, soprattutto, abituerà il corpo al calore del fuoco.
Poi, una volta fatto pratica con il Kapalabati, potrete lavorate DIRETTAMENTE con l o stesso elemento fuoco. Perché in effetti, che lo realizzavate o meno, fare il Kapalabati è GIA' IN-vocare il fuoco in sè.
Una volta ancora, una precisione importante. Ricevo regolarmente delle mail che mi pongono questa domanda.

• IN-vocare, come indica il suo prefisso, porta reall'interno. Dunque, IN-vocare significa portare in sè il Fuoco o tutt'altro elemento.
• E-vocare, significa chiamare davanti a sè o intorno a sè. Si evocano gli Dei per esempio. Per non confondere più, ricordatevi:  IN = Interno E = Esterno.

Ma allora come sintetizzare un approccio "contemporaneo" del Ka con quello dell'Antico Egitto?
Come gestire il Ka se può essere autonomo?
Come renderlo e mantenerlo potente?

APPLICANDO I GRANDI VALORI ENKISTI AL VOSTRO QUOTIDIANO, NELLA VOSTRA VITA.
AUTONOMIA - RISPETTO DELLA VITA - AMORE PER LA VITA E PER I SUOI PIACERI - RISPETTO DI SE' 

Quando vi abbandonate e mettete tutto ciò che siete nelle mani di altre persone, umane o divine, senza discernimento o buonsenso, uccidete il vostro Ka. Il Ka può essere raggiunto. Il Ka può essere consumato, annientato. Il Ka può lasciarvi se l'ignorate o lo sciupate. Il Ka ha la sua vita propria. Dipendete da lui, non egli da voi. Il Ka non ama nè la sottomissione, né l'oblio. Il Ka si inchina solamente davanti a suo Padre Ptah.
 
Unificarsi al Ka induce ad avere consapevolezza, ad amarlo e nutrirlo.
Il Ka ama l'energia, il fuoco, l'azione, la gioia, l'amore, il Ka ama ritrovare suo Padre, Ptah. Da qui l'importanza a tutti i livelli di tutto ciò che noi siamo, di costruire, senza lasciarsi mai andare, dei forti legami con Enki-Ptah.
Gli Egiziani affermavano che il Ka era il Knoum nel corpo. Detto anche circolazione della vita. I modi di dire comuni di un tempo lo dimostrano molto bene: "va d'accordo con il suo Ka" dicevano a proposito di qualcuno giovane ed in buona salute.
Gli Egiziani festeggiavano il loro Ka, bevevano in onore del loro Ka, salutavano il loro Ka, parlavano al loro Ka!  La morte, per gli Egiziani, significava unirsi al proprio Ka per un nuovo viaggio. Il Ka, agli occhi dell'Egitto Antico, è un appoggio, una base così potente, così essenziale, che è assimilato ad Apis, il toro sacro.
Apis era considerato come il Ka di Ptah (altri dicono il Ba di Ptah) come il toro Mnevis è il Ka di Râ e così via. I nomi cambiano a seconda delle Dinastie, ma i principi che si nascondono dietro i nomi rimangono gli stessi. (Noterete spesso una vera confusione tra i Ba ed i Ka, derivato dal disprezzo dei saputelli egittologi per i 9 costituenti dell'essere, che considerano questo approccio alla vita fin troppo "esoterico", negando quindi di studiarlo e, peggio ancora, non trasmettendolo al grande pubblico...) 
Sotto, il Ka di Ptah: Apis, incarnazione sacra di Ptah o Ptah/Apis (museo del Louvre).
 

Osservate queste corna di toro che, del resto, ricordano il Ka, le mani che rimangono prerogativa degli Umani e, certamente, degli Dei.
 



Così, per gli Egiziani, il Ka-toro è l'incarnazione stessa del fuoco di Ptah.

Comprendete adesso perché bisogna lavorare sulla vostra aura? I vostri corpi sottili? I vostri chakra? Perché ogni corpo possiede i suoi propri chakra. Ed il vostro corpo astrale ha dunque i suoi chakra astrali.
Che cosa desiderate per lui e, dunque, per voi? Un Ka esausto, bucato, e in procinto di abbandonarvi per garantire la propria sopravvivenza? O un Ka entusiasta, pieno di vita e dunque forte e ben disposto nei vostri confronti? Attenzione, non dimenticate: il Ka è brillante, il Ka è intelligente, ha vita propria. È l'energia della vita. Se lo maltrattate, farà i suoi bagagli.
Prendete cura del vostro Ka. Non l'ingozzate di droghe e di alcol, non prendete calmanti per dormire alla prima insonnia, o degli eccitanti per tenervi in piedi durante la giornata, non ingrassate ad oltranza.
Ma anche, non vi maltrattate, non giudicatevi senza pietà, non disprezzatevi, non denigratevi. Ucciderete il Ka. Per "uccidere" intendo tagliare i ponti con lui. Uccidere il proprio Ka vuol dire separarsi da lui. Renderlo così disperato da voi che lascerà gli ormeggi per dirigersi verso orizzonti più clementi ed arricchenti. Il Ka vuole progredire, crescere e vivere vicino al suo Padre Ptah. Il Ka desidera Ptah. Il Ka sa che discende da Ptah.

La magia Egiziana, la potente Heka, diretta ereditiera degli insegnamenti Enkistei, basati in gran parte sulla forza del KA.
I primi chakra sono sempre molto coinvolti in un atto magico, perché ancorano, progettano, distribuiscono e riversano il potere delle loro emozioni a sostegno del progresso o della difesa. Il Ka è legato molto al III chakra, il chakra solare, il chakra di Râ, quello del potere personale, del carisma, dello scudo... Questo non è, difatti, la definizione del Ka?

Lavorare con il Ka permette di veder manifestare nella propria vita ciò che desiderate, quello per cui avete lavorato, visualizzato, praticato nella magia. Diventate, piano piano, un piccolo Dio.

Sappevate che la New-Age, quando pratica la loro "magia" runica, finiscono tutte le domande e richieste con "KA!", equivalente di "così sia", "che questo si manifesti"?
Stupendo, no?

Ho voluto approfondire qui il rapporto con il nostro Ka, il nostro corpo astrale. È essenziale.

GLORIA AD ENKI!
GLORIA A TUTTI I NOSTRI ANTICHI DEI!

martedì 24 gennaio 2012

Imbolc - La Celebrazione del Grande Fuoco Primordiale

Imbolc è una nuova festa Enkista il cui scopo è la celebrazione del Fuoco, quello che anima tutte le cose non solo di Vita e di Calore, ma anche di Gioia, Entusiasmo e Creatività.
Questa festa ha luogo ogni anno nel momento in cui il sole in Acquario raggiunge il suo 15esimo grado. Ogni segno è composto da 30 gradi. Il 15° è quindi, ovviamente, il centro perfetto del segno in questione. Qui, l'Acquario, segno di Enki, segno dell'Età dell'Oro che verrà.
Quest'anno Imbolc si terrà il 5 Febbraio, una Domenica, giorno del sole, di Amon ma anche di Enki, per la sua Luce intensa, unica e cosmica.
Dopo la notte feconda di Yule, quando curiosamente il sole raggiunge il suo Zenit nel segno del Capricorno, anch'esso dedicato ad Enki, Imbolc è il grande Risveglio.
Accendete tante candele e il camino, diffondete nelle vostre famiglie il nobile calore di questo elemento primordiale senza il quale nessuna vita può maturare.
Festeggiate la sua gioia di vivere, il suo potere, la sua capacità di superare gli ostacoli, festeggiate i suoi invincibili ornamenti, le fiamme cocenti di forza e di guarigione.
Questo è il momento di fare un rituale di ringraziamento, di impegno, di gratitudine ad Enki. Potete farlo il 5 Febbraio alla sera, ma anche tutto il giorno di Lunedì. Ovviamente evitate le ore di Saturno.
Eseguite le meditazioni del fuoco date su questo sito, in particolare quella del Fuoco con Ptah. Vedetevi coronati di fiamme purificanti e rigeneranti, sentite i vostri corpi sottili nutrirsi di Fuoco, integrate il suo potere di creazione, di rigenerazione e di gioia.
In una parola, siate felici! Imbolc annuncia il ritorno alla Grande Luce, festeggiamo quindi come si deve, con giubilo e soprattutto con Enki ed i nostri Dei!
GLORIA AD ENKI!
GLORIA A TUTTI I NOSTRI DEI DI ORIONE!